Orientamenti per l’educazione alla sessualità
Educare nella pratica la sessualità per essere più felici
Offriamo una parte del capitolo VII del documento sulla sessualità umana del pontificio consiglio per la famiglia. Alcune idee sono evidenziate per facilitarne la lettura.
Chiunque voglia conoscere e trattare il tema della sessualità da un’antropologia cristiana troverà molto utile leggere tutto il documento.
112. E dunque compito dei genitori, all’interno dell’educazione alle virtù, farsi promotori di un’autentica educazione dei loro figli all’amore : alla generazione primaria di una vita umana nell’atto procreativo deve seguire, per sua stessa natura, la generazione secondaria, che porta i genitori ad aiutare il figlio nello sviluppo della propria personalità (…).
Raccomandazioni ai genitori e agli educatori sui temi della sessualità
113. Si raccomanda ai genitori di essere consapevoli del proprio ruolo educativo e di difendere ed esercitare questo diritto-dovere primario. Da qui ne consegue che qualsiasi intervento educativo, relativo anche all’educazione all’amore, ad opera di persone estranee alla famiglia, debba essere subordinato all’accettazione da parte dei genitori e si debba configurare non come una sostituzione, ma come un sostegno al loro intervento: infatti, «l’educazione sessuale, diritto e dovere fondamentale dei genitori, deve attuarsi sempre sotto la loro guida sollecita, sia in casa sia nei centri educativi da essi scelti e controllati» (…).
1. Raccomandazioni per i genitori sull’educazione sessuale
114. 1. Si raccomanda ai genitori di associarsi con altri genitori, non soltanto allo scopo di proteggere, mantenere o completare il proprio ruolo di educatori primari dei loro figli, specialmente nell’area dell’educazione all’amore,4 ma anche per contrastare forme dannose di educazione sessuale e per garantire che i figli vengano educati secondo i principi cristiani e in modo consono al loro sviluppo personale.
115. 2. Nel caso in cui i genitori vengano assistiti da altri nell’educazione dei propri figli all’amore, si raccomanda che essi si informino in modo esatto sui contenuti e sulla modalità con cui viene impartita tale educazione supplementare. Nessuno può obbligare i bambini o i giovani alla segretezza circa il contenuto o il metodo dell’istruzione data fuori dalla famiglia.
116. 3. Si è consapevoli della difficoltà e spesso dell’impossibilità , da parte dei genitori, di partecipare pienamente ad ogni istruzione supplementare fornita fuori casa; tuttavia, si rivendica il loro diritto di essere al corrente della struttura e dei contenuti del programma. In ogni caso non potrà essere negato il loro diritto ad essere presenti durante lo svolgimento degli incontri.
117. 4. Si raccomanda ai genitori di seguire con attenzione ogni forma di educazione sessuale che viene data ai loro figli fuori casa, ritirandoli qualora questa non corrisponda ai propri principi. Questa decisione dei genitori non deve, però, essere motivo di discriminazione per i figli. D’altra parte, i genitori che tolgono i propri figli da tale istruzione hanno il dovere di dare loro un’adeguata formazione, appropriata allo stadio di sviluppo di ogni bambino o giovane.
2. Raccomandazioni a tutti gli educatori sull’educazione sessuale
118. 1. Dal momento che ogni bambino o giovane deve poter vivere la propria sessualità in modo conforme ai principi cristiani, e quindi esercitando anche la virtù della castità, nessun educatore — neanche i genitori — può interferire con tale diritto (cf Mt 18,4-7).9
119. 2. Si raccomanda di rispettare il diritto del bambino o del giovane ad essere informato in modo adeguato dai propri genitori circa le questioni morali e sessuali in un modo tale che venga assecondato il suo desiderio di essere casto e formato alla castità. Tale diritto è ulteriormente qualificato dallo stadio di sviluppo del bambino, dalla sua capacità di integrare la verità morale con l’informazione sessuale e dal rispetto per la sua innocenza e tranquillità.
120. 3. Si raccomanda di rispettare il diritto del bambino o del giovane di ritirarsi da ogni forma di istruzione sessuale impartita fuori casa . Per tale decisione né essi né altri membri della famiglia vanno mai penalizzati o discriminati.
Quattro principi operativi e le loro norme particolari per capire la sessualità
121. Alla luce di queste raccomandazioni, l’educazione all’amore può concretizzarsi nei quattro principi operativi.
122. 1. La sessualità umana è un mistero sacro che deve essere presentato secondo l’insegnamento dottrinale e morale della Chiesa, tenendo sempre in conto gli effetti del peccato originale.
Informato dalla riverenza e dal realismo cristiano, questo principio dottrinale deve guidare ogni momento dell’educazione all’amore. In un’epoca in cui è stato tolto il mistero dalla sessualità umana, i genitori devono essere attenti, nel loro insegnamento e nell’aiuto offerto dagli altri, ad evitare la banalizzazione della sessualità umana. In particolare si deve conservare il rispetto profondo della differenza fra uomo e donna che rispecchia l’amore e la fecondità di Dio stesso.
123. Allo stesso tempo, nell’insegnamento della dottrina e della morale cattolica circa la sessualità, si devono tenere in conto gli effetti durevoli del peccato originale, cioè la debolezza umana e il bisogno della grazia di Dio per superare le tentazioni ed evitare il peccato. A tale riguardo, si deve formare la coscienza di ogni individuo in un modo chiaro, preciso e in sintonia con i valori spirituali. La morale cattolica, però, non si limita mai ad insegnare ad evitare il peccato; si tratta anche della crescita nelle virtù cristiane e dello sviluppo della capacità di donare se stesso nella vocazione della propria vita.
124. 2. Devono essere presentate ai bambini e ai giovani solo informazioni proporzionate ad ogni fase del loro sviluppo individuale.
Questo principio di tempestività è già stato fatto presente nello studio delle diverse fasi dello sviluppo dei bambini e dei giovani. I genitori e tutti coloro che li aiutano devono essere sensibili: a) alle diverse fasi di sviluppo, in particolare agli «anni dell’innocenza» e alla pubertà, b) al modo in cui ogni bambino o giovane fa esperienza delle diverse tappe della vita, c) ai problemi particolari associati con queste tappe.
125. Alla luce di questo principio, si può indicare anche la rilevanza della tempestività in relazione ai problemi specifici.
a) Nella tarda adolescenza, i giovani devono essere introdotti prima alla conoscenza degli indici di fertilità e poi alla regolazione naturale della fertilità, ma solo nel contesto dell’educazione all’amore, della fedeltà matrimoniale, del piano di Dio per la procreazione e per il rispetto della vita umana.
b) L’omosessualità non va discussa prima dell’adolescenza a meno che non sorga qualche grave problema specifico in una situazione particolare. Quest’argomento deve essere presentato solo nei termini della castità, della salute e «della verità sulla sessualità umana nel suo rapporto con la famiglia, come insegna la Chiesa».
c) Le perversioni sessuali, che sono relativamente rare, non devono essere trattate se non attraverso consigli individuali, che sono la risposta dei genitori a veri problemi.
126. 3. Nessun materiale di natura erotica deve essere presentato a bambini o a giovani di qualsiasi età, individualmente o in gruppo.
Questo principio della decenza deve salvaguardare la virtù della castità cristiana. Perciò, nel comunicare l’informazione sessuale nel contesto dell’educazione all’amore,l’istruzione deve essere sempre «positiva e prudente» e « chiara e delicata». Queste quattro parole, usate dalla Chiesa Cattolica, escludono ogni forma di contenuto inaccettabile dell’educazione sessuale.16
Inoltre, rappresentazioni grafiche e realistiche del parto, per esempio in un film, anche se non sono erotiche, devono essere portate alla conoscenza in modo graduale, sì da non creare paura e atteggiamenti negativi verso la procreazione nelle ragazze e nelle giovani donne.
127. 4. Nessuno deve essere mai invitato, tanto meno obbligato, ad agire in qualsiasi modo che possa offendere oggettivamente la modestia o che soggettivamente possa ledere la propria delicatezza o senso di « privacy ».
Tale principio di rispetto per il fanciullo esclude tutte le forme improprie di coinvolgimento dei bambini e dei giovani. Al riguardo si possono includere, fra altri, i seguenti metodi di abuso dell’educazione sessuale: a) ogni rappresentazione «drammatizzata», mimi o «ruoli», che descrivono questioni genitali o erotiche, b) la realizzazione di immagini, tabelloni, modelli, ecc. di questo genere, c) la richiesta di fornire informazioni personali circa questioni sessuali o di divulgare informazioni familiari, d) gli esami, orali o scritti, circa questioni genitali o erotiche.
I metodi particolari per educare la sessualità
128. Questi principi e queste norme possono accompagnare i genitori, e tutti coloro che li aiutano, quando adoperano i diversi metodi che sembrano essere idonei alla luce dell’esperienza dei genitori e degli esperti. Si passerà ora a segnalare questi metodi raccomandati e, inoltre, si indicheranno anche i principali metodi da evitare, insieme alle ideologie che li promuovono o ispirano.
a) Metodi raccomandati
129. Il metodo normale e fondamentale, già proposto in questa guida, è il dialogo personale fra i genitori e i figli, cioè la formazione individuale nell’ambito della famiglia . Non è, infatti, sostituibile il dialogo fiducioso e aperto con i propri figli, che rispetta non soltanto le tappe dello sviluppo, ma anche la giovane persona stessa come individuo. Quando, però, i genitori chiedono aiuto agli altri, ci sono diversi metodi utili che potranno essere raccomandati alla luce della esperienza dei genitori e secondo la conformità alla prudenza cristiana.
130. 1. Come coppia, o come individui, i genitori possono incontrarsi con altri che sono preparati nell’educazione all’amore per trarre beneficio dalla loro esperienza e competenza. Questi, inoltre, possono spiegare e fornire loro libri ed altre risorse approvate dalle autorità ecclesiastiche.
131. 2. I genitori, non sempre preparati ad affrontare problematiche legate all’educazione all’amore, possono partecipare con i propri figli a riunioni guidate da persone esperte e degne di fiducia come, per esempio, medici, sacerdoti, educatori. Per motivi di maggiore libertà di espressione, in alcuni casi, sembrano preferibili riunioni con sole figlie e con soli figli.
132. 3. In certe situazioni, i genitori possono affidare una parte dell’educazione all’amore ad un’altra persona di fiducia, se ci sono questioni che richiedono una specifica competenza o una cura pastorale in casi particolari.
133. 4. La catechesi sulla morale può essere fornita da altre persone di fiducia, con particolare attenzione all’etica sessuale durante la pubertà e l’adolescenza. I genitori devono interessarsi alla catechesi morale che si dà ai propri figli fuori casa ed utilizzarla come sostegno per il loro lavoro educativo; tale catechesi non deve comprendere gli aspetti più intimi, biologici o affettivi, dell’informazione sessuale, che appartengono alla formazione individuale in famiglia.
134. 5. La formazione religiosa dei genitori stessi, in particolare la solida preparazione catechetica degli adulti nella verità dell’amore, costruisce le fondamenta di una fede matura che può guidarli nella formazione dei propri figli. Tale catechesi per gli adulti permette non solo di approfondire la comprensione della comunità di vita e di amore del matrimonio, ma anche di imparare a comunicare meglio con i propri figli. Inoltre, durante il processo di formazione dei figli all’amore, i genitori troveranno in questo compito molto beneficio, perché scopriranno che questo ministero di amore li aiuta a mantenere «viva la coscienza del “dono”, che continuamente ricevono dai figli». Per rendere i genitori idonei a svolgere la loro opera educativa, si possono promuovere corsi di formazione speciale con la collaborazione di esperti.
b) Metodi e ideologie da evitare
135. Oggi i genitori devono fare attenzione ai modi in cui una educazione immorale può essere trasmessa ai loro figli attraverso diversi metodi promossi dai gruppi con posizioni e interessi contrari alla morale cristiana. Non sarebbe possibile indicare tutti i metodi inaccettabili; qui si presentano soltanto diversi modi più diffusi che minacciano i diritti dei genitori e la vita morale dei loro figli.
136. In primo luogo i genitori devono rifiutare l’educazione sessuale secolarizzata ed antinatalista, che mette Dio ai margini della vita e considera la nascita di un figlio come una minaccia, diffusa dai grandi organismi e dalle associazioni internazionali che promuovono l’aborto, la sterilizzazione e la contraccezione. Questi organismi vogliono imporre un falso stile di vita contro la verità della sessualità umana. Operando a livello nazionale o provinciale, tali organismi cercano di suscitare fra i bambini e i giovani la paura circa la « minaccia della sovra-popolazione » per promuovere la mentalità contraccettiva, cioè la mentalità « anti-life »; diffondono concetti falsi circa la « salute riproduttiva » e i « diritti sessuali e riproduttivi » dei giovani.22 Inoltre, alcuni organismi antinatalisti sostengono quelle cliniche che, violando i diritti dei genitori, assicurano l’aborto e la contraccezione ai giovani, promuovendo così la promiscuità e conseguentemente l’incremento delle gravidanze fra le giovani. «Guardando all’anno Duemila, come non pensare ai giovani? Che cosa viene loro proposto? Una società di “cose” e non di “persone”. Il diritto di fare liberamente tutto fin dalla più giovane età, senza freni ma con il massimo della “sicurezza” possibile. Il dono disinteressato di sé, il controllo degli istinti, il senso di responsabilità sono nozioni considerate legate ad un’altra epoca».
137. Prima dell’adolescenza, il carattere immorale dell’aborto, procurato chirurgicamente o chimicamente, può essere spiegato gradualmente nei termini della morale cattolica e della riverenza per la vita umana.
Per quanto riguarda la sterilizzazione e la contraccezione, la loro discussione non deve aver luogo prima dell’età adolescenziale e si dovrà sviluppare soltanto in conformità con l’insegnamento della Chiesa Cattolica. Si sottolineeranno, pertanto, i valori morali, spirituali e sanitari dei metodi della regolazione naturale della fertilità, indicando allo stesso tempo i pericoli e gli aspetti etici delle metodiche artificiali. Si mostrerà in particolare la sostanziale e profonda differenza tra i metodi naturali e quelli artificiali, sia per quanto riguarda il rispetto del progetto di Dio sul matrimonio, sia per quanto riguarda la realizzazione della «reciproca donazione totale dei coniugi» e l’apertura alla vita.
138. In alcune società sono operanti associazioni professionali di educatori, consiglieri e terapisti del sesso. Poiché il loro lavoro si basa non di rado su teorie malsane, prive di valore scientifico e chiuse ad un’autentica antropologia, che non riconoscono il vero valore della castità, i genitori dovrebbero accertarsi su tali associazioni con grande cautela, non importa quale tipo di riconoscimento ufficiale abbiano ricevuto; e ciò soprattutto quando il punto di vista di queste ultime è in discordia con gli insegnamenti della Chiesa, che risulta evidente non solo nel loro agire, ma anche nelle loro pubblicazioni che sono largamente diffuse in diversi paesi.
139. Un altro abuso si verifica quando si vuole impartire l’educazione sessuale insegnando ai bambini, anche graficamente, tutti i dettagli intimi dei rapporti genitali. Oggi questo avviene spesso con la motivazione di voler offrire un’educazione per «il sesso sicuro », soprattutto in relazione alla diffusione dell’AIDS. In questo contesto, i genitori devono anche rifiutare la promozione del cosiddetto «safe sex» o «safer sex», una politica pericolosa ed immorale, basata sulla teoria illusoria che il preservativo possa dare protezione adeguata contro l’AIDS. I genitori devono insistere sulla continenza fuori del matrimonio e la fedeltà nel matrimonio come l’unica vera e sicura educazione per la prevenzione di tale contagio.
140. Un altro approccio largamente utilizzato, ma che può essere dannoso, viene definito con il termine «chiarificazione dei valori». I giovani sono incoraggiati a riflettere, chiarire e decidere circa le questioni morali con la massima «autonomia», ignorando però la realtà oggettiva della legge morale in genere e trascurando la formazione delle coscienze sugli specifici precetti morali cristiani, affermati dal Magistero della Chiesa. Si dà ai giovani l’idea che un codice morale sia qualcosa creato da loro stessi, come se l’uomo fosse fonte e norma della morale.
Il metodo della chiarificazione dei valori ostacola, invece, la vera libertà ed autonomia dei giovani durante un periodo insicuro del loro sviluppo.28 Non solo si favorisce in pratica l’opinione della maggioranza, ma si pongono anche davanti ai giovani situazioni morali complesse, lontane dalle normali scelte morali che essi affrontano ogni giorno e in cui il bene o il male è facilmente riconoscibile. Questo metodo inaccettabile tende a collegarsi strettamente con il relativismo morale, incoraggiando così l’indifferenza rispetto alla legge morale e il permissivismo.
141. I genitori devono anche fare attenzione ai modi con cui l’istruzione sessuale viene inserita nel contesto di altre materie per altro utili (per esempio: la sanità e l’igiene, lo sviluppo personale, la vita familiare, la letteratura infantile, gli studi sociali e culturali ecc.). In questi casi è più difficile controllare il contenuto dell’istruzione sessuale. Tale metodo dell’inclusione è utilizzato in particolare da quelli che promuovono l’istruzione sessuale nella prospettiva del controllo delle nascite o nei paesi dove il governo non rispetta i diritti dei genitori in tale ambito . Anche la catechesi, però, sarebbe distorta se i legami inseparabili tra la religione e la morale fossero utilizzati come pretesto per introdurre nella istruzione religiosa le informazioni sessuali, biologiche ed affettive, che i genitori dovrebbero dare secondo una loro prudente decisione nella propria casa.
142. Infine, bisogna tenere presente, come orientamento generale, che tutti i diversi metodi dell’educazione sessuale devono essere giudicati dai genitori alla luce dei principi e delle norme morali della Chiesa, che esprimano i valori umani nella vita quotidiana. Vanno presi in considerazione anche gli effetti negativi che diversi metodi possono produrre nella personalità dei bambini e dei giovani.
L’inculturazione e l’educazione all’amore
143. Un’autentica educazione all’amore deve tener conto del contesto culturale in cui vivono i genitori e i loro figli. Come un connubio tra la fede professata e la vita concreta, l’inculturazione è un’armonizzazione tra la fede e la cultura, dove Cristo e il suo Vangelo hanno la precedenza assoluta sulla cultura. «Poiché trascende tutto l’ordine della natura e della cultura, la fede cristiana, da un lato, è compatibile con tutte le culture, in ciò che hanno di conforme alla retta ragione e alla buona volontà, e, dall’altro, è essa stessa, in grado eminente, un fatto dinamizzante la cultura (…). Perciò, non si può giustificare mai l’educazione sessuale esplicita e precoce dei bambini nel nome di una prevalente cultura secolarizzata. D’altra parte, i genitori devono educare i propri figli a capire e ad affrontare le forze di questa cultura, perché possano seguire sempre il cammino di Cristo.
144. Nelle culture tradizionali, i genitori non devono accettare le pratiche contrarie alla morale cristiana , per esempio nei riti associati con la pubertà, che talora comportano l’introduzione dei giovani alle pratiche sessuali o fatti contrari alla integrità e dignità della persona come la mutilazione genitale delle ragazze. Appartiene dunque alle autorità della Chiesa di giudicare la compatibilità dei costumi locali con la morale cristiana. Le tradizioni della modestia e della riservatezza in materia sessuale, che caratterizzano diverse società, devono, però, essere rispettate ovunque. Allo stesso tempo, il diritto dei giovani ad un’adeguata informazione deve essere mantenuto. Inoltre, si deve rispettare il ruolo particolare della famiglia in tale cultura, senza imporre alcun modello occidentale dell’educazione sessuale.
Vedere il capitolo VI, conoscere la sessualità