Svelare la schizofrenia
Presentiamo il primo articolo pubblicato da Giambattista Torelló nel numero 3 della rivista Studi Cattolici, con il titolo “Si svelerà la schizofrenia?”. Si veda la definizione di schizofrenia nel glossario.
Nell’ambito degli studi di catalogazione dell’archivio personale di Torelló, sono stati ritrovati molti dei quasi cinquanta articoli da lui scritti per la rivista Studi cattolici. Nei prossimi mesi pubblicheremo gli altri.
Si svelerà la schizofrenia?
L’autore analizza il II Congresso Internazionale di Psichiatria che si è svolto a Zurigo nel settembre 1957, su una malattia mentale ancora frequente e molto importante: la schizofrenia. Nonostante siano passati gli anni, l’attualità è notevole.
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Nel settembre di quell’anno si riunì a Zurigo un importante gruppo di scienziati. II Congresso Internazionale di Psichiatria destò sin dagli esordi della sua lunga preparazione uno straordinario interesse tra gli studiosi di questa branca della Medicina, sia per la quantità e la qualità dei partecipanti che per la bruciante attualità del tema a questo convegno assegnato: la schizofrenia.
Ci racconta Torellò che “tutta la psichiatria di allora era convenuta a Zurigo: oltre 2.500 congressisti di svariatissime origini e scuole, dalle annose celebrità – come Minkowski, Jung, Kretschmer, Schneider, Cerletti, Binswanger, ecc. – ai nomi che più recentemente si sono fatti avanti nella ricerca o nella clinica, si avvicendarono attorno uno dei più grandi enimmi non solo della patologia, ma anche della nostra cultura, della nostra civiltà”. Furono presenti anche Alessandra Adler, e C.G. Jung.
Difficoltà a comprendere la schizofrenia
Riguardo la complessità, tuttora oggi, di svelare pienamente la schizofrenia, scriveva Torelló nel 1957:
Le ricerche compiute nel senso della biochimica e della farmacologia, soprattutto da parte della grande schiera nordamericana, che presentò – come oramai si è abituati in tutti i Congressi – una impressionante massa di lavori, mostrarono, pur nel loro speranzoso fervore, il vicolo cieco in cui si muove questa linea e questa prospettiva.
E aggiungeva: “È sconcertante però osservare e non solo in America, ma anche in Europa l’accanimento con cui ancora tanti vogliono cercare nelle «psicosi esperimentali» provocate in diversi animali, la chiarificazione e la interpretazione di una malattia mentale, di una malattia in cui gli elementi «personali» sono oramai innegabili”.
Nell’articolo, Torelló dimostra la sua comprensione della psichiatria all’interno di una visione cristiana delle diverse malattie. Nel suo tipico stile letterario, analizza il rapporto tra psicologia e vita spirituale e le ultime novità sulla schizofrenia discusse al congresso. Una valutazione critica di quanto scritto nel lontano 1957 su come svelare la schizofrenia resta fuori dell’oggettivo di questa presentazione. Lo lasciamo ai lettori.
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Giambattista Torelló in Studi Cattolici
Come ha ben descritto il professor José Luis González Gullón nel suo libro Historia del Opus Dei, Studi Cattolici è nata nel 1957 per iniziativa di alcuni membri dell’Opus Dei in Italia come rivista di teologia pratica. La rivista ha sempre avuto un gran numero di collaboratori, tra cui molti importanti teologi.
Juan Bautista Torelló, che viveva a Zurigo dal 1956, collaborò fin dall’inizio con articoli su una vasta gamma di argomenti: psicologia e vita spirituale, psichiatria, vita interiore, virtù umane, teologia e persino critica letteraria. In totale ha scritto 50 articoli tra il 1957 e il 2005. Molti di questi articoli sono stati poi pubblicati nella rivista Analyse di Vienna (Austria) dal 1967 al 1969 e sono stati successivamente raccolti in alcuni suoi libri, come Dalle mura di Gerico.
Il Gruppo di ricerca in Psicologia e Vita Spirituale continuerà a pubblicare gli articoli di Torelló.
José María López-Barajas