Educare alla sessualità in famiglia
Educazione sessuale in una prospettiva antropologica cristiana
Offriamo una parte del capitolo VI del documento sulla sessualità umana del pontificio consiglio per la famiglia, evidenziando alcune idee.
La lettura completa del documento, con abbondanti note, è una base per comprendere il tema della sessualità, da un punto di vista antropologico adeguato.
Passi nella conoscenza della sessualità
64. Ai genitori compete particolarmente l’obbligo di far conoscere ai figli i misteri della vita umana , perché la famiglia «è l’ambiente migliore per assolvere l’obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale. La famiglia possiede una carica affettiva adatta a fare accettare senza traumi anche le realtà più delicate e ad integrarle armonicamente in una personalità ricca ed equilibrata».
Questo compito primario della famiglia, che abbiamo ricordato, comporta per i genitori il diritto a che i loro figli non siano obbligati a scuola ad assistere a corsi su questa materia che siano in disaccordo con le proprie convinzioni religiose e morali. E infatti compito della scuola non sostituirsi alla famiglia ma, piuttosto, « assistere e completare l’opera dei genitori, fornendo ai fanciulli e ai giovani una valutazione della sessualità come valore e compito di tutta la persona creata, maschio e femmina, a immagine di Dio».
In merito ricordiamo quanto insegna il Santo Padre nella Familiaris consortio: « La Chiesa si oppone fermamente a una certa forma di informazione sessuale , avulsa dai principi morali, così spesso diffusa, la quale altro non sarebbe che un’introduzione all’esperienza del piacere e uno stimolo che porta a perdere la serenità — ancora negli anni dell’innocenza —, aprendo la strada al vizio» (…).
Quattro principi sull’informazione dei bambini riguardo alla sessualità
65. 1. Ogni bambino è una persona unica e irripetibile e deve ricevere una formazione individualizzata. Poiché i genitori conoscono, comprendono e amano ciascuno dei loro figli nella loro irripetibilità, sono nella migliore posizione per decidere il momento opportuno per dare le diverse informazioni, secondo la rispettiva crescita fisica e spirituale. Nessuno può togliere ai genitori coscienziosi questa capacità di discernimento.
66. Il processo di maturazione di ogni bambino come persona è diverso , per cui gli aspetti che toccano di più la sua intimità, sia biologici che affettivi, devono essergli comunicati tramite un dialogo personalizzato (…).
67. L’esperienza dimostra che questo dialogo si sviluppa meglio quando il genitore, che comunica le informazioni biologiche , affettive, morali e spirituali, è dello stesso sesso del bambino o del giovane. Consapevoli del ruolo, delle emozioni e dei problemi del proprio sesso, le madri hanno un legame speciale con le proprie figlie e i padri con i figli (…).
68. 2. La dimensione morale deve far parte sempre delle loro spiegazioni. I genitori potranno mettere in rilievo che i cristiani sono chiamati a vivere il dono della sessualità secondo il piano di Dio che è Amore, nel contesto cioè del matrimonio o della verginità consacrata o anche nel celibato. Si deve insistere sul valore positivo della castità, e sulla sua capacità di generare amore vero verso le persone: questo è il suo radicale e più importante aspetto morale; solo chi sa essere casto, saprà amare nel matrimonio o nella verginità.
69. Fin dalla più tenera età, i genitori possono osservare inizi di un’attività genitale istintiva nel bambino . Non è da considerare repressivo il correggere dolcemente quelle abitudini che potrebbero diventare peccaminose più tardi e insegnare la modestia, sempre che sia necessario, man mano che il bambino cresce (…).
70. 3. La formazione alla castità e le opportune informazioni sulla sessualità devono essere fornite nel contesto più ampio dell’educazione all’amore. Non è sufficiente comunicare perciò informazioni sul sesso assieme a dei principi morali oggettivi. Occorre anche il costante aiuto per la crescita della vita spirituale dei figli, affinché lo sviluppo biologico e le pulsioni che cominciano a sperimentare si trovino sempre accompagnate da un crescente amore a Dio Creatore e Redentore e da una sempre più grande consapevolezza della dignità di ogni persona umana e del suo corpo. Alla luce del mistero di Cristo e della Chiesa, i genitori possono illustrare i valori positivi della sessualità umana nel contesto della nativa vocazione della persona all’amore e dell’universale vocazione alla santità.
71. Nei colloqui con i figli, quindi, non devono mai mancare i consigli idonei per crescere nell’amore di Dio e del prossimo e per superare le difficoltà: «La disciplina dei sensi e dello spirito, la vigilanza e la prudenza nell’evitare le occasioni di peccato, la custodia del pudore, la moderazione nei divertimenti, le sane occupazioni; il frequente ricorso alla preghiera e ai sacramenti della Penitenza e dell’Eucaristia. I giovani, soprattutto, devono preoccuparsi di sviluppare la loro pietà verso l’Immacolata Madre di Dio».
72. Per educare i figli a saper bene valorizzare gli ambienti che frequentano con senso critico e di vera autonomia, come anche nell’abituarli ad un uso distaccato dei mass-media, i genitori dovranno sempre presentare i modelli positivi e le modalità adeguate per impegnare le proprie energie vitali, il senso di amicizia e di solidarietà nel vasto campo della società e della Chiesa.
In presenza di tendenze ed atteggiamenti devianti , per i quali occorre avere grande prudenza e cautela per ben distinguere e valutare le situazioni, sapranno ricorrere anche a specialisti di sicura formazione scientifica e morale per identificare le cause al di là dei sintomi e aiutare i soggetti con serietà e chiarezza a superare le difficoltà (…).
73. Obiettivo dell’opera educativa è per i genitori trasmettere ai loro figli la convinzione che la castità nel proprio stato di vita è possibile e apportatrice di gioia . La gioia scaturisce dalla consapevolezza di una maturazione e armonia della propria vita affettiva, che, essendo dono di Dio e dono di amore, consente di realizzare il dono di sé nell’ambito della propria vocazione. L’uomo infatti, unica creatura sulla terra voluta da Dio per se stessa, «non può ritrovarsi pienamente se non attraverso un dono sincero di sé» (…).
74. L’aiuto di Dio non ci manca mai, se ognuno pone l’impegno necessario per corrispondere alla grazia di Dio. Aiutando, formando e rispettando la coscienza dei figli, i genitori devono procurare che frequentino in modo consapevole i sacramenti, camminando davanti a loro con il proprio esempio. Se i bambini e i giovani sperimentano gli effetti della grazia e della misericordia di Dio nei sacramenti, saranno in grado di vivere bene la castità come dono di Dio, per la sua gloria e per amare Lui e gli altri uomini. Un aiuto necessario e soprannaturalmente efficace è offerto dalla frequenza al Sacramento della riconciliazione, specialmente se ci si può avvalere di un confessore stabile (…).
Di grande aiuto sono le letture di libri di formazione scelti e consigliati sia per offrire una formazione più vasta e approfondita sia per fornire esempi e testimonianze nel cammino della virtù.
75. Una volta identificati gli obiettivi dell’informazione, occorre precisarne i tempi e le modalità a cominciare dall’età della fanciullezza.
4. I genitori devono impartire questa informazione con estrema delicatezza , ma in modo chiaro e nel tempo opportuno. Essi sanno bene che i figli devono essere trattati in modo personalizzato, secondo le condizioni personali del loro sviluppo fisiologico e psichico e tenendo in debito conto anche l’ambiente culturale di vita e l’esperienza che l’adolescente fa nella vita quotidiana. Per valutare bene quel che devono dire a ciascuno è molto importante che essi stessi chiedano prima luce al Signore nella preghiera e ne parlino insieme, affinché le loro parole non siano né troppo esplicite né troppo vaghe. Dare troppi dettagli ai bambini è controproducente, ma ritardare eccessivamente le prime informazioni è imprudente , perché ogni persona umana ha una naturale curiosità al riguardo e prima o poi s’interroga, soprattutto in una cultura in cui si può vedere troppo anche per strada.
76. In genere, le prime informazioni circa il sesso da impartire a un bambino piccolo non riguardano la sessualità genitale , ma la gravidanza e la nascita di un fratello o di una sorella. La curiosità naturale del bambino viene stimolata, per esempio, quando vede nella mamma i segni della gravidanza e che vive l’attesa di un bambino. I genitori possono approfittare di questa gioiosa esperienza per comunicare alcuni fatti semplici circa la gravidanza, ma sempre nel contesto più profondo della meraviglia dell’opera creativa di Dio, il quale dispone che la nuova vita da Lui donata venga custodita nel corpo della mamma vicino al suo cuore.
Le fasi principali dello sviluppo del fanciullo
77. E importante che i genitori abbiano riguardo delle esigenze dei loro figli nelle diverse fasi dello sviluppo. Tenendo conto che ogni bambino deve ricevere una formazione individualizzata, essi possono adattare le tappe dell’educazione all’amore ai bisogni particolari di ogni figlio.
1. Gli anni dell’innocenza
78. Dall’età di cinque anni circa fino alla pubertà — il cui inizio è da porsi nella manifestazione delle prime modificazioni nel corpo del ragazzo o della ragazza (effetto visibile di una incrementata produzione di ormoni sessuali) — si dice che il bambino è nella fase descritta, secondo le parole di Giovanni Paolo II, come «gli anni dell’innocenza». Questo periodo di tranquillità e di serenità non deve mai essere disturbato da un’informazione sessuale non necessaria (…).
79. In questa fase di sviluppo, il bambino si trova normalmente a proprio agio con il corpo e le sue funzioni . Egli accetta il bisogno di modestia nel modo di vestire e nel comportamento. Pur essendo consapevole delle differenze fisiche fra i due sessi, il bambino in crescita mostra in genere poco interesse per le funzioni genitali (…).
80. Tuttavia, questo periodo della fanciullezza non è privo del suo significato in termini di sviluppo psico-sessuale. Il bambino o la bambina che cresce apprende, dall’esempio degli adulti e dall’esperienza familiare , cosa significhi essere una donna o un uomo. Certamente non si dovrebbero scoraggiare le espressioni di tenerezza naturale e di sensibilità da parte dei ragazzi, né, viceversa, si dovrebbero escludere le ragazze da attività fisiche vigorose. D’altra parte, però, in alcune società soggette a pressioni ideologiche, i genitori dovranno guardarsi anche da un’opposizione esagerata nei confronti di quella che viene definita una «stereotipizzazione dei ruoli».
Non si dovrebbero ignorare o minimizzare le effettive differenze fra i due sessi e, in un ambiente familiare sano, i bambini impareranno che è naturale che a queste differenze corrisponda una certa diversità fra i normali ruoli familiari e domestici rispettivamente degli uomini e delle donne.
81. Durante questa fase, le ragazze svilupperanno in genere un interesse materno per i bambini piccoli, per la maternità e per la cura della casa. Assumendo costantemente come modello la Maternità della Santissima Vergine Maria, dovrebbero essere incoraggiate a valorizzare la propria femminilità.
82. Un ragazzo, in questa fase, è ad uno stadio di sviluppo relativamente tranquillo. Questo rappresenta spesso il periodo più facile per stabilire un buon rapporto con il padre. In questo tempo, egli dovrebbe apprendere che la sua mascolinità, anche se deve essere considerata come un dono divino, non è un segno di superiorità rispetto alle donne, ma una chiamata di Dio ad assumere certi ruoli e responsabilità. Il fanciullo dovrebbe essere scoraggiato dal diventare eccessivamente aggressivo o troppo preoccupato della prodezza fisica come garanzia della propria virilità.
83. Tuttavia, nel contesto dell’informazione morale e sessuale, possono sorgere in questa fase della fanciullezza diversi problemi. Oggi, in alcune società, vi sono tentativi programmati e determinati di imporre un’informazione sessuale prematura ai fanciulli .
In questo stadio dello sviluppo, tuttavia, essi non sono ancora in grado di comprendere pienamente il valore della dimensione affettiva della sessualità. Non possono comprendere e controllare l’immagine sessuale in un contesto adeguato di principi morali e, quindi, non possono integrare un’informazione sessuale prematura con la responsabilità morale. Tale informazione tende così a infrangere il loro sviluppo emozionale ed educativo e a disturbare la serenità naturale di questo periodo di vita (…).
84. Un ulteriore problema sorge allorché i fanciulli ricevono una prematura informazione sessuale da parte dei mass-media o di coetanei che sono stati fuorviati o che hanno ricevuto un’educazione sessuale precoce . In questa circostanza i genitori avranno la necessità di cominciare ad impartire un’informazione sessuale accuratamente limitata, di solito per correggere un’informazione immorale errata o per controllare un linguaggio osceno.
85. Non infrequenti sono le violenze sessuali nei confronti dei bambini. I genitori devono proteggere i loro figli, anzitutto educandoli a una forma di modestia e di riserbo nei confronti di persone estranee; inoltre, impartendo un’adeguata informazione sessuale, senza però anticipare dettagli e particolarità che li potrebbero turbare e spaventare.
86. Come nei primi anni di vita, anche durante la fanciullezza i genitori dovrebbero incoraggiare nei figli lo spirito di collaborazione, obbedienza, generosità e abnegazione, nonché favorire le capacità di autoriflessione e di sublimazione. Infatti, è caratteristico di questo periodo di sviluppo l’essere attratti da attività intellettuali: e l’intellettualizzazione consente di acquisire la forza e la capacità di controllare la realtà circostante e, in un prossimo futuro, anche gli istinti che provengono dal corpo, così da trasformarli in attività intellettuali e razionali.
Il ragazzo indisciplinato o viziato è incline a una certa immaturità e debolezza morale nel futuro, perché la castità è difficile da mantenere se una persona sviluppa abitudini egoiste o disordinate e non è in grado di comportarsi con gli altri con interesse e rispetto. I genitori devono presentare standard obiettivi di ciò che è giusto o sbagliato, creando un contesto morale sicuro per la vita.
2. La pubertà
87. La pubertà, che costituisce la fase iniziale dell’adolescenza, è un momento in cui i genitori sono chiamati a essere particolarmente attenti all’educazione cristiana dei figli: è il momento della scoperta di se stessi «e del proprio universo interiore, momento di progetti generosi, momento in cui zampillano il sentimento dell’amore, gli impulsi biologici della sessualità e il desiderio di stare insieme, momento di una gioia particolarmente intensa, connessa con la scoperta inebriante della vita. Spesso, però, è anche l’età degli interrogativi più profondi, delle ricerche ansiose e perfino frustranti, di una certa diffidenza verso gli altri con dannosi ripiegamenti su se stessi, l’età talvolta delle prime sconfitte e delle prime amarezze».
88. I genitori devono essere particolarmente attenti all’evoluzione dei propri figli e alle loro trasformazioni fisiche e psichiche, decisive nella maturazione della personalità. Pur senza rivelare ansia, paura e ossessiva preoccupazione, tuttavia non consentiranno che la codardia e la comodità blocchino il loro intervento. Logicamente è un momento importante nell’educazione al valore della castità, il che si tradurrà anche nel modo d’informare sulla sessualità. In questa fase, la domanda educativa riguarda anche l’aspetto della genitalità e ne richiede perciò la presentazione, sia sul piano dei valori sia su quello della realtà globalmente intesa; ciò implica, inoltre, la comprensione del contesto relativo alla procreazione, al matrimonio e alla famiglia, contesto che deve essere tenuto presente in un’autentica opera di educazione sessuale.
89. I genitori, prendendo spunto dalle trasformazioni che le figlie e i figli sperimentano nel proprio corpo, sono allora tenuti a dare spiegazioni più dettagliate sulla sessualità, ogni qualvolta che — vigente un rapporto di fiducia e di amicizia — le ragazze si confidino con la propria madre e i ragazzi con il proprio padre. Tale rapporto di fiducia e di amicizia va instaurato già nei primi anni di vita.
90. Compito importante dei genitori è accompagnare l’evoluzione fisiologica delle figlie aiutandole ad accogliere con gioia lo sviluppo della femminilità nel senso corporeo, psicologico e spirituale. Normalmente si potrà parlare, perciò, anche dei cicli di fertilità e del loro significato; non sarà però ancora necessario, a meno che non venga esplicitamente richiesto, dare spiegazioni in dettaglio circa l’unione sessuale.
91. E molto importante che anche gli adolescenti di sesso maschile siano aiutati a comprendere le tappe dello sviluppo fisico e fisiologico degli organi genitali, prima che debbano attingere queste notizie dai compagni di gioco o da persone non bene ispirate. La presentazione dei fatti fisiologici della pubertà maschile va fatta in una luce di serenità, di positività e di riserbo, nel contesto della prospettiva matrimonio-famiglia-paternità. L’istruzione sia delle adolescenti che degli adolescenti dovrà pertanto comprendere anche una circostanziata e sufficiente informazione sulle caratteristiche somatiche e psicologiche dell’altro sesso, verso il quale si dirige maggiormente la curiosità (…).
92. Attraverso un dialogo fiducioso e aperto, i genitori potranno non solo guidare le figlie ad affrontare ogni perplessità emotiva, ma anche sostenere il valore della castità cristiana nella considerazione dell’altro sesso. L’istruzione sia delle ragazze che dei ragazzi deve mirare ad evidenziare la bellezza della maternità e la meravigliosa realtà della procreazione, come pure il profondo significato della verginità. In questo modo, verranno aiutati ad opporsi alla mentalità edonista oggi largamente presente e, in particolare, a prevenire, in un periodo così decisivo, quella «mentalità contraccettiva» disgraziatamente molto diffusa e con la quale le figlie dovranno fronteggiarsi più tardi, nel matrimonio.
93. Durante la pubertà, lo sviluppo psichico ed emotivo del ragazzo può renderlo vulnerabile alle fantasie erotiche e porgli la tentazione di fare esperienze sessuali. I genitori dovranno essere vicini ai figli, correggendo la tendenza a utilizzare la sessualità in modo edonista e materialistico. Essi, perciò, richiameranno loro il dono di Dio, ricevuto per cooperare con Lui a «realizzare lungo la storia la benedizione originaria del Creatore, trasmettendo nella generazione l’immagine divina da uomo a uomo»; e li rafforzeranno così nella consapevolezza che la «fecondità è il frutto e il segno dell’amore coniugale, la testimonianza viva della piena donazione reciproca degli sposi». In questo modo i figli impareranno anche il rispetto dovuto alla donna. L’opera di informazione e di istruzione dei genitori è necessaria, infatti, non perché altrimenti i figli non potrebbero conoscere le realtà sessuali, ma perché le conoscano nella giusta luce.
94. In maniera positiva e prudente i genitori realizzeranno quanto chiesero i Padri del Concilio Vaticano II: «I giovani devono essere adeguatamente e tempestivamente istruiti, soprattutto in seno alla propria famiglia, sulla dignità dell’amore coniugale, sulla sua funzione, sulle sue espressioni; così che, formati nella stima della castità, possano ad età conveniente passare da un onesto fidanzamento alle nozze» (…).
95. La formazione della coscienza richiede, come punto di partenza, che si venga illuminati sul progetto di amore che Dio ha per ogni singola persona , sul valore positivo e liberante della legge morale e sulla consapevolezza tanto della fragilità indotta dal peccato quanto anche dei mezzi della grazia che corroborano l’uomo nel suo cammino verso il bene e la salvezza.
«Presente nell’intimo della persona, la coscienza morale» — che è il «nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo» come afferma il Concilio Vaticano II — «le ingiunge, al momento opportuno, di compiere il bene e di evitare il male. Essa giudica anche le scelte concrete, approvando quelle che sono buone, denunciando quelle cattive. Attesta l’autorità della verità in riferimento al Bene supremo, di cui la persona umana avverte l’attrattiva ed accoglie i comandi» (…).
96. Nel rispondere alle domande dei figli, i genitori dovranno offrire argomenti ben ragionati sul grande valore della castità e mostrare la debolezza intellettuale e umana delle teorie che ispirano condotte permissive ed edonistiche; risponderanno con chiarezza, senza dare eccessiva importanza alle problematiche patologiche sessuali né alla falsa impressione che la sessualità sia una realtà vergognosa o sporca, dal momento che è un grande dono di Dio, il quale ha posto nel corpo umano la capacità di generare, partecipandoci così il suo potere creatore. Anzi, sia nella Scrittura (cf Ct 1-8; Os 2; Ger 3,1-3; Ez 23, ecc.) che nella tradizione mistica cristiana23 si è sempre guardato l’amore coniugale come un simbolo e un’immagine dell’amore di Dio per gli uomini.
97. Poiché durante la pubertà un ragazzo o una ragazza sono particolarmente vulnerabili ad influenze emotive , i genitori hanno il compito, attraverso il dialogo e il loro stile di vita, di aiutare i figli a resistere agli influssi negativi che arrivano dall’esterno e potrebbero portarli a sottovalutare la formazione cristiana sull’amore e sulla castità. A volte, particolarmente nelle società travolte dalle spinte consumistiche, i genitori dovranno — senza farlo troppo notare — aver cura dei rapporti dei loro figli con ragazzi dell’altro sesso. Anche se accettate socialmente, ci sono abitudini nel parlare e nel costume che sono moralmente scorrette e rappresentano un modo di banalizzare la sessualità, riducendola a un oggetto di consumo. I genitori devono allora insegnare ai loro figli il valore della modestia cristiana, della sobrietà nel vestire, della necessaria autonomia verso le mode, caratteristica di un uomo o di una donna con personalità matura.
3. L’adolescenza nel progetto di vita
98. L’adolescenza rappresenta, nello sviluppo del soggetto , il periodo della progettazione di sé e perciò della scoperta della propria vocazione: tale periodo tende ad essere oggi — sia per ragioni fisiologiche che per motivi socio-culturali — più prolungato nel tempo che nel passato. I genitori cristiani devono «formare i figli alla vita, in modo che ciascuno adempia in pienezza il suo compito secondo la vocazione ricevuta da Dio» (…).
99. E molto importante che i giovani non si ritrovino soli nel discernere la vocazione personale. Sono rilevanti e talora decisivi il consiglio dei genitori e il sostegno di un sacerdote o di altre persone adeguatamente formate — nelle parrocchie, nelle associazioni e nei nuovi e fecondi movimenti ecclesiali, ecc. — che siano in grado di aiutarli a scoprire il senso vocazionale dell’esistenza e le varie forme della chiamata universale alla santità, poiché il «seguimi di Cristo si può ascoltare lungo una diversità di cammini, tramite i quali procedono i discepoli e i testimoni del Redentore».
100. Per secoli, il concetto di vocazione era stato riservato esclusivamente al sacerdozio e alla vita religiosa. Il Concilio Vaticano II, ricordando l’insegnamento del Signore — « Siate voi dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste » (Mt 5,48) — ha rinnovato l’appello universale alla santità:28 « Questo forte invito alla santità — scrisse poco dopo Paolo VI — può essere considerato come l’elemento più caratteristico di tutto il magistero conciliare e, per così dirlo, il suo ultimo fine » (…).
101. E quindi necessario che non manchi mai nella catechesi e nella formazione impartita dentro e fuori della famiglia , non solo l’insegnamento della Chiesa sul valore eccelso della verginità e del celibato, ma anche sul senso vocazionale del matrimonio, che non può mai essere considerato da un cristiano soltanto come avventura umana (…).
102. I genitori devono sempre adoperarsi per dare l’esempio e la testimonianza , con la propria vita, della fedeltà a Dio e della fedeltà dell’uno all’altro nell’alleanza coniugale. Ma il loro esempio è particolarmente decisivo nell’adolescenza, periodo in cui i giovani cercano modelli vissuti e attraenti di condotta. Siccome in questo tempo i problemi sessuali si fanno spesso più evidenti, i genitori devono anche aiutarli ad amare la bellezza e la forza della castità con consigli prudenti, mettendo in luce il valore inestimabile che per viverla possiedono la preghiera e la ricezione frequente e fruttuosa dei sacramenti, in particolare la confessione personale. Devono, inoltre, essere in grado di dare ai loro figli, secondo le necessità, una spiegazione positiva e serena dei punti fermi della morale cristiana come, per esempio, l’indissolubilità del matrimonio e i rapporti tra amore e procreazione, nonché l’immoralità dei rapporti prematrimoniali, dell’aborto, della contraccezione e della masturbazione. Circa queste ultime realtà immorali, che contraddicono il significato della donazione coniugale, giova ricordare ancora che: «Le due dimensioni dell’unione coniugale, quella unitiva e quella procreativa, non possono essere separate artificialmente senza intaccare la verità intima dell’atto coniugale stesso» (…).
103. In particolare, la masturbazione costituisce un disordine grave, illecito in se stesso, che non può essere moralmente giustificato, anche se «l’immaturità dell’adolescenza, che può talvolta prolungarsi oltre questa età, lo squilibrio psichico, o l’abitudine contratta possono influire sul comportamento, attenuando il carattere deliberato dell’atto, e far sí che, soggettivamente, non ci sia sempre colpa grave» (…).
104. Una particolare problematica, che può manifestarsi nel processo di maturazione-identificazione sessuale, è quella della omosessualità, che d’altronde si diffonde sempre più nelle culture urbanizzate. E necessario che questo fenomeno venga presentato con equilibrio di giudizio, alla luce dei documenti della Chiesa. I giovani richiedono di essere aiutati a distinguere i concetti di normalità e di anomalia, di colpa soggettiva e di disordine oggettivo, evitando di indurre ostilità, e d’altro canto chiarendo bene l’orientamento strutturale e complementare della sessualità in relazione alla realtà del matrimonio, della procreazione e della castità cristiana (…).
Per la maggior parte delle persone omosessuali, tale condizione costituisce una prova. «Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione». «Le persone omosessuali sono chiamate alla castità».
105. La consapevolezza del significato positivo della sessualità , in ordine all’armonia e allo sviluppo della persona, nonché in relazione alla vocazione della persona nella famiglia, nella società e nella Chiesa, rappresenta sempre l’orizzonte educativo da proporre nelle tappe dello sviluppo adolescenziale. Non si deve mai dimenticare che il disordine nell’uso del sesso tende a distruggere progressivamente la capacità di amare della persona, facendo del piacere — invece che del dono sincero di sé — il fine della sessualità e riducendo le altre persone a oggetti della propria gratificazione: così esso indebolisce sia il senso del vero amore tra l’uomo e la donna — sempre aperto alla vita — sia la stessa famiglia e induce successivamente al disprezzo della vita umana che potrebbe essere concepita, considerata allora come un male che minaccia in certe situazioni il piacere personale. « La banalizzazione della sessualità», infatti, «è tra i principali fattori che stanno all’origine del disprezzo della vita nascente: solo un amore vero sa custodire la vita».
106. Bisogna anche ricordare come nelle società industrializzate gli adolescenti siano interiormente interessati, e talora turbati, non soltanto per i problemi di identificazione di sé, di scoperta del proprio piano di vita, e per le difficoltà di raggiungere un’integrazione della sessualità in una personalità matura e ben orientata, ma anche per problemi di accettazione di sé e del proprio corpo. Sorgono ormai ambulatori e centri specializzati per l’adolescenza spesso caratterizzati da intenti puramente edonistici. Una sana cultura del corpo, che porti all’accettazione di sé come dono e come incarnazione di uno spirito chiamato all’apertura verso Dio e verso la società, dovrà accompagnare la formazione in questo periodo altamente costruttivo, ma anche non privo di rischi (…).
107. In questo periodo sono molto importanti le amicizie. Secondo le condizioni e le usanze sociali del luogo in cui si vive, l’adolescenza è un periodo in cui i giovani godono di più autonomia nei rapporti con gli altri e negli orari della vita di famiglia (…).
108. Attraverso i consigli dettati dall’amore e dalla pazienza, i genitori aiuteranno i giovani ad allontanarsi da un eccessivo rinchiudersi in se stessi e insegneranno loro — quando sia necessario — a camminare contro le abitudini sociali tendenti a soffocare il vero amore e l’apprezzamento per le realtà dello spirito (…).
4. Verso l’età adulta
109. Non è nell’intento di questo documento aprire il discorso sulla preparazione prossima ed immediata al matrimonio , esigenza della formazione cristiana, particolarmente raccomandata dalla necessità dei tempi e ricordata dalla Chiesa.46 Si deve tener presente, tuttavia, che la missione dei genitori non cessa con il raggiungimento della maggiore età del figlio, che peraltro varia secondo le diverse culture e legislazioni. Momenti particolari e significativi per i giovani sono anche quelli dell’ingresso nel mondo del lavoro o della scuola superiore, allorché essi entrano in contatto — talora brusco, ma che può anche diventare benefico — con modelli diversi di condotta e con occasioni che rappresentano una vera e propria sfida.
110. I genitori, mantenendo aperto un dialogo fiducioso e capace di promuovere il senso di responsabilità nel rispetto della legittima e necessaria autonomia, costituiranno sempre un punto di riferimento per i figli, sia con il consiglio sia con l’esempio, affinché il processo di ampia socializzazione consenta loro il raggiungimento di una personalità matura ed integrata interiormente e socialmente. In modo particolare, si dovrà avere premura che i figli non cessino, ma anzi intensifichino, il rapporto di fede con la Chiesa e con le attività ecclesiali; che sappiano scegliere maestri di pensiero e di vita per il loro futuro; e che siano anche in grado di impegnarsi in campo culturale e sociale come cristiani, senza paura di professarsi tali e senza perdere il senso e la ricerca della propria vocazione.
Nel periodo che porta al fidanzamento e alla scelta di quell’affetto preferenziale che può condurre alla formazione di una famiglia, il ruolo dei genitori non dovrà concretarsi in semplici divieti e tanto meno nell’imporre le scelte del fidanzato o della fidanzata, ma, piuttosto, essi dovranno aiutare i figli a definire quelle condizioni che sono necessarie perché possa esistere un vincolo serio, onesto e promettente, nonché li sosterranno nel cammino di una chiara testimonianza di coerenza cristiana nel rapporto con la persona dell’altro sesso.
111. Dovranno evitare di avallare la diffusa mentalità secondo cui alle figlie devono essere fatte tutte le raccomandazioni in tema di virtù e sul valore della verginità, mentre ai figli ciò non sarebbe da chiedere, come se per loro tutto fosse lecito (…).