Come migliorare il modo di essere con l’aiuto dei santi
San Josemaría su personalità e carattere
Alcuni punti di san Josemaría su personalitá e carattere. Come migliorare il nostro modo di essere, con l’aiuto dei santi. Utilizzeremo alcune opere di San Josemaría Escrivá de Balaguer. Per raggiungere la felicità, bisogna sforzarsi di essere una brava persona. E il proprio modo di essere può essere cambiato.
Le relazioni interpersonali di maggior successo nascono quando ci si sforza di migliorare il proprio carattere. Le persone che si prendono cura di come si vestono, camminano, mangiano, parlano, ridono, guardano, ascoltano gli altri… attirano. Nella dimensione spirituale, una personalità matura soprattutto quando si lascia plasmare dalla grazia di Dio.
Offriamo una selezione di punti di San Josemaría che si adattano bene a quello che può essere uno sforzo pacifico per assomigliare a Gesù Cristo, che nasce da questa considerazione che ci sfida:
“Dov’è il Cristo che le anime cercano in te?”
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Personalità e carattere in Cammino
- Tu —pensi— hai molta personalità: i tuoi studi —le tue ricerche, le tue pubblicazioni, la tua posizione sociale— il tuo nome, le tue attività politiche le cariche che occupi, il tuo patrimonio…, la tua età, non sei più un bambino!…
Proprio per tutto questo hai bisogno, più degli altri, di un Direttore per la tua anima.
- Mi hai scritto, medico apostolo: «Tutti sappiamo per esperienza che possiamo essere casti, se siamo vigilanti, se frequentiamo i Sacramenti e spegniamo le prime scintille della passione senza lasciare che avvampi il fuoco. Ed è proprio fra i casti che si contano gli uomini più integri sotto tutti gli aspetti. E fra i lussuriosi predominano i timidi, gli egoisti, i falsi e i crudeli, tipi caratteristici di scarsa virilità».
- La purezza limpidissima di tutta la vita rende Giovanni forte davanti alla Croce. —Gli altri apostoli fuggono dal Golgota: lui, con la Madre di Cristo, rimane.
—Non dimenticare che la purezza irrobustisce, virilizza il carattere.
- Non dire: quella persona mi secca. —Pensa: quella persona mi santifica.
- Non basta essere dotto, oltre che un buon cristiano. —Se non correggi i modi bruschi del tuo carattere, se rendi incompatibili il tuo zelo e la tua scienza con la buona educazione, non capisco come possa essere santo. —E anche se sei colto —lo sei— te ne dovresti stare legato a una greppia, come un mulo.
- Vediamo un po’: che offesa ti si fa se il tale o il tal altro ha più confidenza con certe persone che ha conosciuto prima o verso le quali sente più affinità per ragioni di simpatia, di professione, di carattere?
—Tuttavia, evita accuratamente fra i tuoi anche l’apparenza di un’amicizia particolare.
- Gli avvenimenti pubblici ti hanno costretto a una reclusione volontaria, forse peggiore, date le circostanze, della reclusione in un carcere. —Hai subìto un’eclissi della tua personalità.
Non trovi un campo d’azione: egoismi, curiosità, incomprensione e mormorazione. —Bene, e con questo? Dimentichi la tua liberissima volontà e il tuo potere di «bambino»? —La mancanza di foglie e di fiori (di azione esterna) non esclude il moltiplicarsi e l’attività delle radici (vita interiore).
Lavora: poi il corso delle cose cambierà, e darai più frutti di prima, e più saporiti.
- Essere piccolo: le grandi audacie sono sempre dei bambini. —Chi chiede… la luna? —Chi non si ferma davanti ai pericoli per realizzare il suo desiderio?
«Mettete» in un bambino «così» molta grazia di Dio, il desiderio di fare la sua Volontà (di Dio), molto amore per Gesù, tutta la scienza umana che le sue capacità gli permettono di acquistare… e avrete il ritratto del carattere degli apostoli d’oggi, così come senza dubbio li vuole Dio.
- Ti stupivi perché approvavo la mancanza di «uniformità» nell’apostolato in cui lavori. E ti ho detto:
Unità e varietà. —Dovete essere diversi come diversi sono i santi nel cielo, ognuno dei quali ha le sue proprie note personali e specialissime. E, anche, dovete assomigliare gli uni agli altri come i santi, che non sarebbero santi se ognuno di loro non si fosse identificato con Cristo.
Leggere online: l’intero capitolo 1 di Cammino, intitolato Carattere
Personalità e carattere in Solco, di san Josemaría
- “È molto difficile!”, esclami scoraggiato.
Senti, se lotti, la grazia di Dio è sufficiente: prescinderai dagli interessi personali, servirai gli altri per il Signore, e aiuterai la Chiesa nei campi in cui oggi si svolge la battaglia: nella strada, nella fabbrica, nell’officina, nell’università, nell’ufficio, nel tuo ambiente, in mezzo ai tuoi.
- Non hai scuse. La colpa è solamente tua. Se sai — ti conosci quanto basta — che, per questa strada — con queste letture, con questa compagnia… —, puoi finire nel precipizio, perché ti ostini a pensare che forse questa è una scorciatoia che facilita la tua formazione o fa maturare la tua personalità?
Cambia radicalmente progetto, anche se ti comporta maggior sforzo, meno svaghi a portata di mano. Ormai è ora che ti comporti da persona responsabile.
- Voglia il Cielo che tu non cada, mai, nell’errore di identificare il Corpo Mistico di Cristo con un determinato atteggiamento, personale o pubblico, di uno qualsiasi dei suoi membri.
E voglia il Cielo che tu non offra motivo a gente poco formata di cadere in questo errore.
— Vedi quanto è importante la tua coerenza, la tua lealtà!
- Ho sempre pensato che la mancanza di lealtà per rispetto umano è disamore…, e mancanza di personalità.
- Triste la situazione di una persona con magnifiche virtù umane, e con assoluta carenza di visione soprannaturale: perché facilmente quelle virtù le applicherà solo ai propri fini personali. — Meditalo.
- Non essere di quelli che, quando ricevono un ordine, pensano subito a come modificarlo… — Si direbbe che abbiano troppa “personalità”!, e provocano divisioni e scompiglio.
- “Nel cielo apparve un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle”. — Perché tu e io, e tutti, avessimo la certezza che niente perfeziona la personalità quanto la corrispondenza alla grazia.
— Cerca di imitare la Vergine, e sarai un uomo — o una donna — tutto di un pezzo.
- Ben trovata è la supplica di quell’anima che diceva: Signore, non abbandonarmi; non ti accorgi che c’è un'”altra persona”, che mi tira per i piedi?!
- Quale errata concezione dell’obiettività! Mettono a fuoco le persone o le attività con le lenti deformate dei loro personali difetti e, con acida insolenza, criticano o si permettono di vendere consigli.
— Proposito concreto: nel correggere o nel consigliare, parlare alla presenza di Dio, applicando le stesse parole alla nostra condotta. (Solco, 644)
- Qualche volta lasci esplodere il tuo cattivo carattere, che affiora, in più di un’occasione, con una durezza spropositata. Altre volte, non ti preoccupi di predisporre il tuo cuore e la tua mente perché divengano dimora gradita per la Santissima Trinità… E, sempre, finisci per restartene un po’ lontano da Gesù, che conosci poco…
— In questo modo, non avrai mai vita interiore.
- Rimedio per tutto: santità personale! — Per questo i santi erano ricolmi di pace, di fortezza, di allegria, di sicurezza…
- Osservi un piano di vita esigente: ti alzi presto, fai orazione, frequenti i Sacramenti, lavori o studi molto, sei sobrio, ti mortifichi…, però ti accorgi che ti manca qualcosa!
Porta al tuo dialogo con Dio questa considerazione: siccome la santità — la lotta per raggiungerla — è la pienezza della carità, devi rivedere il tuo amore verso Dio e, per Lui, verso gli altri. Forse allora scoprirai, nascosti nella tua anima, grandi difetti, contro i quali non lottavi nemmeno: non sei un buon figlio, un buon fratello, un buon compagno, un buon amico, un buon collega; e, siccome ami disordinatamente la “tua santità”, sei invidioso.
Ti “sacrifichi” in molti dettagli “personali”: pertanto sei attaccato al tuo io, alla tua persona e, in fondo, non vivi per il Signore né per gli altri: solo per te.
- A volte pretendi di giustificarti, dicendo che sei distratto, svagato; o che, per carattere, sei arido, riservato. E aggiungi che, per questo, non conosci a fondo neppure le persone con le quali convivi.
— Senti: questa scusa non ti lascia tranquillo, non è vero?
- La facciata è di energia e di fortezza. — Ma quanta fiacchezza e quanta mancanza di volontà al di dentro!
— Rafforza la decisione che le tue virtù non siano un travestimento, ma abiti che definiscano il tuo carattere.
- Amare è… non albergare che un solo pensiero, vivere per la persona amata, non appartenersi, essere felicemente e liberamente sottomesso, anima e cuore, a una volontà estranea… e, al tempo stesso, propria.
- Ti addolorò molto il commento, ben poco cristiano, di quella persona: “Perdona i tuoi nemici — ti diceva —: non puoi immaginare che rabbia gli fai!”.
— Non riuscisti a trattenerti e gli replicasti con pace: “Non voglio barattare l’amore con l’umiliazione del prossimo. Perdono, perché amo, con fame di imitare il Maestro”.
- Lotta contro le asprezze del tuo carattere, contro il tuo egoismo, contro la tua comodità, contro le tue antipatie… Oltre al fatto che dobbiamo essere corredentori, il premio che riceverai — pensaci bene — sarà in strettissima relazione con la semina che avrai fatto.
- Da tutti i punti di vista, la mortificazione è di straordinaria importanza.
— Per ragioni umane, perché chi non sa dominare sé stesso non influirà mai positivamente sugli altri, e l’ambiente circostante lo vincerà non appena blandirà i suoi gusti personali: diverrà un uomo senza nerbo, incapace di un grande sforzo quando sarà necessario.
— Per ragioni divine: non ti sembra giusto che, con questi piccoli atti, dimostriamo il nostro amore e il nostro attaccamento a Colui che ha dato tutto per noi?
- Il cristiano trionfa sempre dalla Croce, dalla sua personale rinuncia, perché lascia agire l’Onnipotenza divina.
Personalità e carattere in Forgia
- Qualche volta — me l’hai sentito commentare spesso — si parla dell’amore come se fosse un impulso verso la propria soddisfazione, o un semplice mezzo per completare egoisticamente la propria personalità.
— E ti ho detto sempre che non è così: l’amore vero esige che si esca da sé stessi, che ci si doni. L’amore autentico porta con sé la gioia: una gioia che ha le radici a forma di Croce.
- Quando si ama molto una persona, si desidera sapere tutto ciò che la riguarda.
— Meditalo: tu hai fame di conoscere Cristo? Perché… questa è la misura del tuo amore.
- Non smetterò di ripeterti, perché ti si incida bene nell’anima: vita di pietà!, vita di pietà!, vita di pietà! Infatti, se manchi alla carità, sarà per poca vita interiore: non per cattivo carattere.
- Cerca di essere delicato, persona di buone maniere. Non essere grossolano!
— Delicato sempre, il che non vuol dire manierato.
- Ama e cerca l’aiuto di chi guida la tua anima. Nella direzione spirituale, metti a nudo il tuo cuore, completamente — marcio, se fosse marcio! —, con sincerità, con voglia di guarire; se no, questo marciume non scomparirà mai.
Se ti rivolgi a una persona che può pulire la ferita soltanto in superficie…, sei un codardo, perché in fondo stai per nascondere la verità, a tuo danno.
- Un buon modo di fare l’esame di coscienza:
— Ho accettato come espiazione, in questo giorno, le contrarietà venute dalla mano di Dio?; quelle provocate, con il loro carattere, dai miei compagni?; quelle della mia miseria?
— Ho saputo offrire al Signore, come espiazione, anche il dolore che provo per averlo — tante volte! — offeso?; gli ho offerto la vergogna dei miei interiori rossori e delle mie umiliazioni, nel considerare quanto poco progredisco sulla via delle virtù?
- C’è una sola malattia mortale, un solo errore funesto: rassegnarsi alla sconfitta, non saper lottare con spirito di figli di Dio. Se manca questo sforzo personale, l’anima si paralizza e giace abbandonata, incapace di dar frutto…
— Con questa codardia, la creatura costringe il Signore a pronunciare le parole che Egli udì dal paralitico, nella piscina probatica: «Hominem non habeo!» — mi manca l’uomo!
— Che vergogna se Gesù non trovasse in te l’uomo, la donna, che si aspetta!
- Dammi la grazia di lasciar perdere tutto ciò che riguarda la mia persona. Io non debbo avere altre preoccupazioni che la tua Gloria…, in una parola, il tuo Amore. — Tutto per Amore!
- Persuaditi! Se lo vuoi — dal momento che Dio ti ascolta, ti ama, ti promette la gloria —, tu, protetto dalla mano onnipotente del Padre tuo celeste, puoi essere una persona piena di fortezza, disposta a rendere testimonianza della sua amabile e vera dottrina dappertutto.
- — Figliolo, dov’è il Cristo che le anime cercano in te? nella tua superbia? nella tua voglia di importi agli altri? nelle meschinità di carattere che non vuoi vincere? in questa testardaggine?… È lì Cristo? — No!!
— D’accordo: devi avere personalità, ma la tua deve cercare di identificarsi con Cristo.
- Aspetti la vittoria, la fine della lotta…, e non arriva?
— Ringrazia il Signore, come se avessi già raggiunto la meta, e offrigli la tua impazienza: «Vir fidelis loquetur victoriam» — la persona fedele canterà la gioia della vittoria.
- Non puoi comportarti come un bambino turbolento o come un pazzo.
— Devi essere una persona forte, un figlio di Dio; sereno nel tuo lavoro professionale e nella tua vita di relazione, con una presenza di Dio che ti faccia curare la perfezione anche nei minimi dettagli.
- Quando sei insieme a una persona, devi vedere un’anima: un’anima da aiutare, un’anima da comprendere, un’anima con cui convivere e che va salvata.
- Per la fiducia che Egli ripone in te, avendoti chiamato nella Chiesa, devi avere la misura, la serenità, la fortezza, la prudenza — umana e soprannaturale — della persona matura, che molti acquistano col passare degli anni.
Non dimenticare che cristiano significa, come abbiamo imparato nel Catechismo, uomo — donna — che possiede la fede di Cristo.
- Le attività professionali — anche il lavoro domestico è una professione di prim’ordine — sono testimonianze della dignità della creatura umana; occasioni di sviluppo della personalità; vincoli di unione con gli altri; fonti di risorse; mezzi per contribuire al miglioramento della società in cui viviamo, e per promuovere il progresso dell’umanità tutta…
— Per un cristiano, queste prospettive si allungano e si allargano ancora di più, perché il lavoro — assunto da Cristo come realtà redenta e redentrice — si trasforma in mezzo e cammino di santità, in concreta occupazione santificabile e santificatrice.
- Affronta i problemi di questo mondo con senso soprannaturale e secondo le norme morali, che non minacciano e non distruggono la personalità, pur incanalandola.
— Darai così alla tua condotta una forza vitale, trascinante; e ti rafforzerai nel tuo cammino sulla retta via.
- Ciò che rende veramente infelice una persona — e persino un’intera società — è la ricerca, affannosa ed egoistica, del benessere: lo sforzo di eliminare tutto ciò che arreca fastidio.
Selezione fatta per il corso di Psicologia della personalità applicata alla direzione spirituale
Pontificia Università della Santa Croce
Gruppo di ricerca in Psicologia e vita spirituale Joan Baptista Torelló
Prof. Wenceslao Vial Mena