Il coronavirus ha cambiato il mondo?
Il coronavirus e il mondo dopo la pandemia: una nuova guerra
Non molto tempo fa ci chiedevamo se il coronavirus avrebbe cambiato il mondo in meglio. Ora, con una nuova guerra che infuria nel cuore dell’Europa, con la Russia e l’Ucraina bloccate in un conflitto sanguinoso, la risposta è più chiara: solo le persone buone rendono migliore la nostra casa comune.
Dopo aver parlato dell’impatto del coronavirus sulla salute mentale, stiamo entrando in un futuro incerto ma pieno di speranza.
Le ondate di coronavirus che sono ancora attive in diversi paesi sono state diluite dalle notizie di guerra. Molte delle idee che apparivano in questo articolo quando è stato pubblicato sono diventate realtà.
“Ritornano in una terra molto diversa.” Questo è stato il titolo sui giornali per l’arrivo di tre astronauti dalla stazione spaziale venerdì 17 aprile 2020. Erano nello spazio da oltre 200 giorni. Anche per noi le “novità” sono incerte: quando scomparirà questo nuovo virus? Torneremo alla “normalità”? Il mondo sarà migliore dopo questa singolare tempesta?
La fine del confinamento
Da maggio in poi, abbiamo scritto all’epoca, è probabile che sarà possibile uscire in strada con meno restrizioni. Non è chiaro quali saranno le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dei governi. In alcuni luoghi, l’uso di mascherine è d’obbligo sui mezzi di trasporto, aeroporti, riunioni di più di 10 persone, ascensori, ecc.
Si diceva che, quando si riprendano i viaggi in aereo, si dovrà rispettare una distanza di forse 2 metri tra ogni persona. Questo significa lasciare circa 26 posti liberi ogni 4 passeggeri. Le compagnie aeree sopravvivranno? Può anche essere necessario dimostrare di avere un test negativo per il coronavirus.
Le relazioni sociali cambieranno?
Sarà possibile stringere di nuovo la mano o abbracciarsi? Sarà possibile andare al cinema o a una partita di calcio? Quando saranno permesse le feste, le conferenze, le lezioni? Per quanto tempo useremo Zoom, Skype, Hangouts…, tanto efficaci quanto a volte estenuanti?
C’è chi prevede che i robot avranno il compito di riceverci alla reception di un hotel o di un ospedale, di dare le medicine e il cibo agli anziani, di scrivere le cartelle cliniche dei malati, di controllare i passaporti, di sbloccare i conti bancari e di rispondere online… Un robot sarà in grado di servire con amore disinteressato?
Ci sono molte domande che sorgono, e ancora più grande è il desiderio del sacro. La Santa Messa e la Comunione è un forte aspirazione dei cristiani. Il popolo ebraico chiede le sue assemblee nella sinagoga, i musulmani le sue preghiere, il suo Ramadan… Quando saranno aperti i nostri templi e i nostri luoghi di culto?
Si stima che la pandemia durerà circa due anni. Durante questo periodo, il virus circolerà in modo più o meno aggressivo e si verificheranno sporadici focolai di infezione. Si prevede che a partire da settembre 2020 ci sarà un vaccino nella fase sperimentale, o forse sarà scoperto prima un farmaco efficace.
Un po’ di storia di guerre e pandemie
Torniamo alla domanda: il mondo sarà migliore dopo questa tempesta? La storia dimostra che non c’è tempesta che da sola renda gli uomini migliori. E non c’è bisogno di ricordare le piogge di zolfo o il diluvio universale dell’Antico Testamento. Basta guardare all’oggi e ora dei popoli.
La pandemia di influenza del 1918 causò tra i 50 e i 100 milioni di morti. L’aspettativa di vita negli Stati Uniti scese da 52 a 39 anni. Poco dopo, un numero simile di persone morì, non per un virus, ma per la cattiva volontà degli uomini, in un secondo conflitto mondiale.
La pandemia di influenza del 1918 causò tra i 50 e i 100 milioni di morti. L’aspettativa di vita negli Stati Uniti scese da 52 a 39 anni. Poco dopo, un numero simile di persone morì, non per un virus, ma per la cattiva volontà degli uomini, in un secondo conflitto mondiale.
Più recentemente abbiamo avuto due grandi epidemie di coronavirus: SARS-Cov nel 2003 e MERS-Cov nel 2013. E un altro virus, l’Ebola, ha causato più di 11.000 morti tra il 2013 e il 2014 in Guinea e Sierra Leone. E non sembra che il mondo nel suo complesso stia migliorando… Numerosi conflitti armati affliggono il pianeta.
La criminalità in tempi di Covid
I dati degli ultimi mesi mostrano che la criminalità è diminuita, a causa del confinamento. Ma i delinquenti si sono convertiti? Molti criminali organizzati hanno approfittato della situazione per continuare a uccidere.
Nel marzo 2020, quando a Roma l’emergenza sanitaria ha raggiunto il suo apice, hanno rubato da un ospedale lo hard disk delle apparecchiature appena installate per rilevare il coronavirus. Google ha avvertito che ogni giorno i truffatori inviano 18 milioni di messaggi relativi ai coronavirus, per catturare gli utenti incauti. E ci sono ancora tanti altri crimini, dichiarazioni egocentriche e lotte politiche, grossolane menzogne e vari intrecci.
Le brave persone fanno la differenza nelle pandemie o nelle guerre
In ogni caso, in qualsiasi calamità ci sono sempre state sorgenti di luce, di speranza, di umanità, che brillano per sempre e possono cambiare il corso della storia… Alcune molto conosciute e altre meno. Nei terribili drammi della seconda guerra mondiale, ad esempio, si distingue il beato Franz Jägerstätter, un contadino austriaco morto martire perché non ha voluto aderire ad un’ideologia perversa. È passato inosservato, ma ha lasciato un segno indelebile, che viene catturato nel film La vita nascosta (A Hidden Life).
Nelle ultime settimane abbiamo visto anche innumerevoli persone buone che si danno, di nascosto, al servizio degli altri. Molti infermieri, medici e operatori sanitari stanno rischiando la vita. C’è anche chi gestisce un supermercato, pulisce anonimamente le strade, sostiene la vita familiare prendendosi cura dei bambini, supera la pigrizia e tiene un corso online, o rimane alzato fino a tardi per far funzionare internet.
Un sacerdote che rinunciò al respiratore artificiale
Tra tanti esempi concreti, ricordo un parroco del nord Italia, che rinunciò al respiratore artificiale che gli era stato offerto, per che fosse usato da un ragazzino. Ho in mente un barelliere dell’ospedale che, vestito con il suo equipaggiamento protettivo simile a quello di un astronauta, mi ha raccontato come si diverte a portare i malati da un posto all’altro, a parlare con loro, ad ascoltarli. E il cappellano del più grande ospedale da campo spagnolo, che in un’intervista ha detto: “Quando vieni qui, pensi che sarai tu a dare le chiavi d’interpretazione, ma la chiave ti viene data dai malati, e consiste nell’ascoltare con amore”.
Abbiamo tutti bisogno di essere ascoltati. Dare e ricevere un sorriso è gratis. Nell’articolo sull’impatto del coronavirus sulla salute mentale, ho menzionato il contagio delle emozioni negative. Ma c’è anche un contagio buono degli affetti positivi. Il proprio cuore può scongelarsi, rendersi trasparente e libero, se ci sforziamo ad essere allegri. La gioia richiede speranza, amore, tranquillità, ottimismo e sicurezza… E rende il mondo un posto migliore.
L’amicizia è ina grado di trasformare e pacificare il mondo
In questa linea, l’amicizia è la chiave per uscire dal pessimismo. Gli amici ci ascoltano e ci fanno sentire bene. Qualche giorno fa ho letto una lettera scritta da un altro ad un comune amico, un grande alpinista, che conteneva queste frasi riconoscenti:
- mi hai dato tanto, senza mai chiedere niente in cambio;
- mi hai insegnato a camminare su sentieri di montagna e a sopportare in silenzio il peso dello zaino e la stanchezza fisica;
- mi hai insegnato che quando si cerca di raggiungere la vetta, ogni passo è importante e non bisogna distrarsi;
- mi hai insegnato che quando ci si impegna seriamente i risultati e le soddisfazioni prima o poi arrivano sempre;
- mi hai insegnato la gioia di poter contemplare l’alba o il tramonto dall’alto di una cima appena raggiunta;
- mi hai insegnato il piacere di condividere il proprio cibo e la propria acqua, anche quando scarseggiano;
- mi hai insegnato ad apprezzare le cose semplici di ogni giorno ed a guardare alla vita come a un dono di valore inestimabile;
- mi hai insegnato a capire cose che non conoscevo, senza mai farmi vergognare della mia ignoranza;
- mi hai fatto riscoprire la fede e il piacere di poter trovare la presenza di Nostro Signore in tutto quello che ci circonda.
Queste frasi riflettono molto bene un buon programma di vita per cambiare il mondo. Darsi agli altri, servirli, cercare di essere loro amici, condividere o rispettare i loro ideali e perdonare.
Programma psicologico per cambiare noi e il mondo
Qui troviamo anche i nostri particolari ABC:
- Autotrascendenza: uscire da se stessi verso Dio e verso gli altri;
- Buona vita o vita virtuosa, di colui che si sforza di fare il bene;
- Coerenza, di chi cerca i mezzi per raggiungere la meta;
- Dialogo, con chi la pensa diversamente;
- Empatia, da chi comprende i sentimenti degli altri, perché conosce i sentimenti propri.
C’è quindi un grande spazio per la speranza, la gioia e il buon umore, che è un rimedio per molti mali. Con l’aiuto di Dio, possiamo uscire da questa epidemia come persone migliori, più attenti ai bisogni degli altri, a cominciare da quelli che ci circondano. Se cambiamo noi stessi, il mondo cambierà.
Lettera verso il cielo
Copio la fine della lettera di cui sopra: “Avrei voluto esserti vicino nei tuoi ultimi momenti di vita ed abbracciarti per un’ultima volta, per poterti far sentire tutto quello che sei stato per me. Ti voglio ricordare immaginandoti mentre ancora una volta, con passo sicuro, mi conduci e mi guidi verso la vetta più importante di tutte, quella che attende ogni essere umano alla fine dei suoi giorni, preparandomi la strada come hai sempre fatto ed aspettandomi con pazienza mentre mi attardo ad arrivare. Grazie! e continueremo ancora a gioire insieme delle mete raggiunte”.
Il destinatario era Michelangelo, sacerdote e professore, con il quale anch’io ho scalato tante montagne. Qualche giorno fa ci ha lasciato a causa del coronavirus. Persone come lui, o il beato Franz, che passano di nascosto e servono, cambiano il mondo. Non sappiamo se la pandemia migliorerà il mondo, ma può spingerci verso una “nuova normalità”, e farci pregare per la pace nel mondo.
Wenceslao Vial